Le Pagelle del Gran Premio degli Stati Uniti

Voti al Weekend di Austin

Le Pagelle del Gran Premio degli Stati Uniti

LEWIS HAMILTON 8

Non perfetto, si qualifica secondo poche ore prima della gara, in partenza sembra sistemare tutto prendendosi subito la leadership. Ma non fa bene i conti con le gomme intermedie, così arriva al punto di essere sorpassato sia da Ricciardo che da Rosberg e a quel punto è ora di rientrare. Tra una Safety car e un’altra riesce a mettersi alle spalle del compagno di squadra, ritrovandosi però in una posizione scomoda dopo la VSC causata da Hulkenberg: con un pit in meno a soli 5 secondi di vantaggio da Vettel. Ad aiutarlo arriva prima Kvyat che si stampa sul muretto in entrata della pit permettendogli di cambiare gomme senza perdere troppo tempo, e poi l’errore di Rosberg che gli regala il terzo titolo mondiale. Weekend non perfetto che però corona un campionato fino a questo punto invidiabile.

NICO ROSBERG 7

Che ci vuoi fare? È il secondo anno di seguito, ma paradossalmente pesa di più la sconfitta del 2014. Perché quando non è il tuo anno lo vedi subito. E quando non è il tuo anno e il tuo avversario è in stato di grazia angelica c’è ben poco da fare. E allora ecco che anche questa volta il buon Nico ci prova a tenere aperta una disperata lotta, con la pole, non tirandosi dietro nel corpo a corpo … Ma poi arrivano le Safety Car e quello strano comportamento del cambio in uscita di curva ed ecco che ancora una volta finisce secondo. Discreto weekend che sancisce la fine di un campionato decisamente sfortunato.

SEBASTIAN VETTEL 9

Si inventa l’impensabile in questa domenica fredda e piovosa in Texas. Alla luce di tutte le penalità parte tredicesimo in griglia, ma già al primo giro è nono e al secondo giro settimo. Salta Hulkenberg dopo qualche tornata, mentre per Perez bisogna aspettare al pit da intermedie a Soft. Dopo il primo pit, e dopo la prima Safety, ci regala uno strepitoso duello con le due RedBull, seppure lui guidi su gomme Medie. Mantiene un passo competitivo che gli consente di rimanere distaccato di circa 10 secondi dalle Mercedes, e alla seconda Safety Car rientra per montare coperture Soft. Alla ripartenza deve passare Verstappen e si mette subito alla rincorsa di Rosberg. Il rimontone finale sul tedesco non riesce e Seb deve accontentarsi della terza posizione. Nonostante tutto è ancora secondo in classifica piloti.

MAX VERSTAPPEN 9

Secondo quarto posto della sua stagione di esordio, ma che pilotino. Parte ottavo e il suo scatto non è tra i migliori, ma la sua forza, insieme al compagno di squadra è quella di rimanere con le Ferrari per buona parte della gara, non perdendo contatto, e soprattutto il ritmo dei primi. Si ferma ai box una prima volta per passare a gomme soft, e una seconda per rimontare ancora Soft durante la prima Safety. È da qui in avanti che compie la vera impresa: resiste in quarta posizione per ventisei giri sulle stesse coperture, rimanendo a debita distanza da Perez. Che gara, e che risultato!

SERGIO PEREZ 7

Il messicano non varia la sua posizione di partenza con quella di arrivo, ma che impresa riucire a chiudere quinto. Parte bene e guadagna la quarta piazza, dovendola però cedere ben presto a Rosberg. Rimane tra i primi fino al momento del cambio gomme, dove, un pit troppo ritardato lo fa scendere in classifica alle spalle di Ferrari, Tororosso e di Hulkenberg. Monta le gomme medie in occasione della prima Safety e a quel punto tenta di andare fino alla fine. Ancora una volta la sua buona gestione delle gomme lo aiuta, e negli ultimi giri riesce a tener testa alla McLaren di Button e alla Tororosso di Sainz.

CARLOS SAINZ JR. 9

Dopo il muro delle qualifiche lo davamo già per spacciato in viaggio per il Messico, invece lo spagnolo ci ha stupito e non poco. Partendo dalla ventesima posizione, dopo una manciata di giri sta già rincorrendo le due Ferrari insieme al suo compagno di squadra. Rimane in zona punti e si ferma a tredici giri dal termine, in regime di SC per montare un set di soft ma è decimo. Negli ultimi nove giri è protagonista del caos più assoluto sulla pista di Austin. Sorpassi e controsorpassi lo portano al sesto posto della classifica finale. Chapeau.

JENSON BUTTON 7

Non è mai facile portare una McLaren a punti, ma diciamo che con un po’ di pioggia e qualche safety car, il tam di woking se la può anche cavare. Ed è infatti così che piazza Button in settima posizione, gareggiando discretamente e andando in alcuni frangenti della corsa ad impensierire vetture motorizzate Mercedes, addirittura. Queste gare rocambolesche fanno sempre bene ai team in difficoltà.

PASTOR MALDONADO 6

Sole dodici vetture al traguardo e lui è una di queste. Sono quasi commosso. Per una volta Pastor ci dimostra che sa ancora fare il suo lavoro senza combinare troppi pasticci. Senza lasciare un segno tangibile sulla corsa, anche questo è da dire, ma pur sempre portando a casa qualche punto. Forse avrebbe almeno potuto passare la McLaren che lo ha preceduto sul traguardo nel finale.

FELIPE NASR 6

È solo grazie alle numerose SC che il pilota brasiliano riesce a colmare il gap che lo separa dal resto del gruppo dopo la toccatina al secondo giro con il proprio compagno di squadra. Per tutta la gara bazzica le ultime posizioni, e solo alla fine riesce a risalire a scapito di un Ricciardo costretto al pit dall’usura delle proprie gomme e ad un Alonso, che novità, con problemi alla Power Unit. Qualche punto si, ma non un memorabile quattrocentesimo gran premio per il team elvetico.

DANIEL RICCIARDO 5.5

Bella la seconda fila, bello il ritmo tenuto su pista bagnata, bello il sorpasso su Hamilton, bello tutto. Ma appena la pista si asciuga il sogno svanisce, e da primo si ritrova ad essere passato persino da Verstappen, prima di rientrare a cambiar gomme in regime di VSC. Pronto a rimontare con coperture fresche ecco che il proprio compagno di squadra si stampa contro un muretto facendo entrare la SC dando la possibilità agli avversari di cambiare gomme senza perdere troppo tempo. Alla fine nella lotta serrata lo stress sulle coperture ha la meglio, e costringe l’australiano a rifermarsi ai box, dovendo accontentarsi del misero punto della bandiera.

FERNANDO ALONSO 6

Tutta la sua gara si gioca negli ultimi dieci giri, quando a differenza del suo compagno di squadra, decide di tentare di arrivare fino in fondo con già diciannove giri sulle sue gomme soft, cercando di difendere la quinta posizione. Il risultato dell’impresa è alquanto misero. Viene passato da tutti e rimane decimo, con problemi alla Power Unit. “Se non sono più a punti ditemelo che rientro”. E fu così che Ricciardo lo passò all’ultima curva. Che risate, noi (che ogni domenica ci sentiamo i suoi team radio). Che pianti, lui.

ALEXANDER ROSSI 7

Non sfigura affatto il pilota “casereccio” della Manor, che per un pelo non sfiora l’impresa di riportare a punti in pratica una Gp2 (per fortuna questo singolare record rimane ancora di Jules). Ad ogni modo riesce a concludere la corsa di casa laddove molti altri si sono dovuti ritirare per i motivi più disparati. E questo può sempre essere motivo di orgoglio, specialmente se si guida una Manor…

DANIIL KVYAT 5

Gara fotocopia a quella del suo compagno di squadra, salvo quell’errore gravissimo di andare a pizzicare l’erba sintetica che lo spedisce dritto dritto a muro. “I am sorry guys”. Vittima come tante della pioggia.

NICO HULKENBERG 5

Un altro protagonista della corsa che nel momento della massima adrenalina ha spento il cervello e si è fatto troppo prendere la mano. Nel tentativo di passare Ricciardo lo sperona quasi come Raikkonen su Bottas a Sochi, ma questa volta è lui a rimetterci, danneggiando irreparabilmente la sua sospensione anteriore. No e poi no, da due gare a questa parte Nico è sotto zero.

MARCUS ERICSSON 5.5

Nulla di speciale la sua gara, non ha mai brillato veramente, navigando (in tutti i sensi) sempre fuori dalla zona punti. Termina la sua gara senza potenza nel motore parcheggiando a lato della pista.

KIMI RAIKKONEN 5

Partenza indiavolata del Finlandese che dalla diciottesima piazza si catapulta subito in zona punti all’inseguimento dei primi. Ha il suo bel da fare con il duo Tororosso, che mette a dura prova la santa pazienza di Iceman, ma alla fine tra un rischio e un altro è lui stesso a sbagliare finendo a muro, andando a constatare che la scritta “Rolex” fosse scritta giusta. Nell’impatto, seppur lieve, danneggia le prese d’aria dei freni, e questo lo costringe al ritiro pochi giri dopo.

FELIPE MASSA s.v.

Bastano davvero pochissime tornate per mandare in crisi le sospensioni della Williams numero 19. Dopo la già disastrosa partenza lo vediamo rientrare mesto ai box sprecando un’importante occasione di punti.

ROMAIN GROSJEAN s.v.

Un contatto al primo giro causa un serio danneggiamento del fondo e dei condotti di raffreddamento della sua Lotus. Viene infatti richiamato dopo poco tempo ai box per ritirarsi.

VALTTERI BOTTAS s.v.

Tra i tanti piloti coinvolti nei numerosi contatti al via, Valtteri si ritrova con ‘ala anteriore danneggiata, e una volta entrato ai box la squadra decide di tentare l’azzardo mandandolo in pista con gomme Soft. Gira però trenta secondi più lento di tutti gli altri, e a complicare ulteriormente le cose ci si mette un guasto alle sospensioni (2.0) e il ritiro arriva da lì a poco.

WILL STEVENS s.v.

Viene toccato da dietro e la sua vettura riporta danni troppo importanti per poter riprendere la pista.

Matteo Bramati.

 

 

 

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