La Pagelle del Gran Premio d’Austria

Voti al Weekend di Spielberg

La Pagelle del Gran Premio d’Austria

NICO ROSBERG 9.5

Ma come, questa volta che ha vinto con una gran gara da vero leader non prende dieci? Parliamoci chiaro, Nico questo weekend ha dato un importantissimo segnale a tutti, e il suo dieci se lo meriterebbe, non fosse per quella pecca nelle qualifiche, dove poteva sicuramente conquistare la pole – dopo che in Canada aveva detto che la pole era cruciale – invece ha buttato alle ortiche la prima posizione in griglia, rischiando di andare a compromettere un weekend dove Hamilton non sembrava essere al 100%. Poco male, è bastato un solo rettilineo al tedesco per portarsi subito in testa alla corsa, e altre due curve per far capire a Lewis che non ci sarebbe stata trippa per gatti, il Gp d’Austria sarebbe stato suo! Tutto il resto è solo un monologo (con qualche brivido in occasione del pit) lungo 70 giri.

LEWIS HAMILTON 5

Ok, abbiamo capito che anche Hamilton ha dei tracciati che non digerisce. Mai in testa alla classifica dei tempi nel weekend, ad eccezione delle qualifiche, certo, ma piazzandoci dentro un errore madornale alla curva uno nel giro in cui avrebbe dovuto difendersi da Rosberg. In partenza si fa fregare subito da Nico e, a parte qualche sprazzo nei primi metri, per il resto dimostra di non essere affatto a suo agio sulla pista austriaca. Le prende giro dopo giro da Nico, avvicinandosi solamente al momento del pit, per cercare il colpaccio ma niente da fare, anzi, si becca una penalità, come un pollo, per avere oltrepassato la linea di uscita box. Dopo lo stop le prende ancora fino alla fine. Sconfitto in terra d’Austria (e che faccia sul podio…), cercherà la rivincita in patria tra due settimane.

FELIPE MASSA 9

L’esperienza paga molto più di quanto sembri quando si parla di resistere strenuamente agli attacchi degli avversari. Diciamo che anche avere un motore Mercedes sotto il sedere dà una spinta in più, in tutti i sensi. Non vogliamo di certo sminuire la gara del “vecchio” brasiliano, che fa il “Bottas” della situazione, pronto a sfruttare ogni possibile errore degli avversari più veloci. Errore che di fatto, per la seconda volta consecutiva si concretizza, e l’opzione podio per il team Williams diventa una realtà. Allora Massa sfodera una guida da manuale, e sfrutta tutti i punti della sua macchina e della pista a suo favore per non offrire neanche uno spiraglio alla Ferrari che lo bracca. Primo podio della stagione merita un nove pieno.

SEBASTIAN VETTEL 8

Il solito Vettel, l’insolita Ferrari. Il solito, quello che piazza la macchina sempre al terzo posto in griglia, dove è giusto che sia, il solito che in gara cerca di spingere al massimo per raggiungere le due di testa, ma la vettura non glielo permette. L’insolita Ferrari, quella che non riesce a tenere il passo delle Mercedes – insolita o solita? – quella che in rettilineo va dieci kilometri orari meno di qualsiasi motore Mercedes, l’insolita che ai box gli fa perdere ben tredici secondi (senza quelli sarebbe sul secondo gradino del podio, una certa differenza). Uomo in gabbia.

VALTTERI BOTTAS 7.5

Tra i veri protagonisti di questa gara, il finlandese fa, disfa e poi rifà ancora. In partenza, dal sesto posto, perde subito una posizione in favore di Verstappen, e dovrà aspettare sedici giri prima di potersi liberare del giovane pilota della Tororosso. Al ventiseiesimo giro raggiunge Hulkenberg che era andato in fuga e lo passa proprio nel giro in cui il tedesco si ferma ai box, e così, una volta rientrato anche lui se lo ritrova di nuovo davanti che fugge come una lepre. Ci vogliono altri dieci giri per riprenderlo e passarlo di nuovo, portandosi così in settima piazza. Da lì parte la rimonta su Maldonado, che verrà sorpassato un giro più tardi, mentre Perez gli lascerà strada rientrando ai box. Il quinto posto è frutto di una gara sudata e combattuta dall’inizio alla fine.

NICO HULKENBERG 8

Galvanizzato dalla recentissima vittoria a Le Mans, il nostro eroe tedesco si presenta in forma smagliante al via dell’ottavo gran premio della stagione, snocciolando una onorevolissima quinta posizione in qualifica al sabato. La domenica le cose sembrano anche migliorare: il ritmo gara è di quelli mai visti per i canoni della Force India, anche se forse Nico soffre un po’ più degli altri il degrado delle gomme. A parte i duelli con Bottas non si sporca tanto le mani, e cerca di condurre la sua gara per arrivare al meglio al traguardo. Alla fine chiude sesto, un risultato che possiamo considerare decisamente buono.

PASTOR MALDONADO 7.5

Come al solito il buon Pastor non ci delude mai. Qualificatosi decimo, passa una buona parte di gara alle spalle del suo compagno di squadra, ma essendo partito su gomme soft, dopo il suo pit, molto ritardato, ha lo spunto per stare davanti a Grosjean – anche alle prese con altri guai – e a rimanere a lottare nella zona punti. La sua battaglia è con Verstappen, per l’ottavo posto e si protrae per diversi giri nell’ultima parte di gara, con tanti rischi. Prima rischia di andare a frantumarsi contro i muretti in uscita dalla prima curva a causa del sovrasterzo indotto dal cordolo in uscita, poi in pieno rettilineo a più di trecento all’ora rischia di perdere il controllo dell’auto andando a stamparsi pericolosamente contro le barriere del dritto. Morale: Verstappen spaventato apre pe porte e con un “prego passi pure” lo fa salire al settimo posto. Date una camicia di forza a quest’uomo.

MAX VERSTAPPEN 7

Questa volta ci è decisamente piaciuto. Un grande weekend, un ottimo settimo posto al sabato in qualifica, una bella partenza e dei gran sorpassi alla scuderia madre, sia a Ricciardo che a Kvyat. Un po’ di paura al momento del duello con Maldonado, ma si sa, con il venezuelano non si sa mai cosa capiterà.

SERGIO PEREZ 6

Anch’egli partito con gomme soft, come Maldonado, fa una prima parte di gara molto lunga, che lo porta attorno al quinto posto, a combattere con gli altri con gomme più fresche mentre lui cerca di portare il più avanti possibile il suo treno. Dopo la sosta è di nuovo dodicesimo a riesce a rimontare superando Nasr, Kvyat e Ricciardo e andando a chiudere al nono posto.

DANIEL RICCIARDO 6

Un sei che dice tutto della situazione della RedBull al momento. Quando si dice non riuscire a cavare un ragno dal buco. Essere passati malamente dalla propria squadra satellite deve essere proprio un disonore per chi era abituato a dominare negli ultimi cinque anni. Daniel dal canto suo riesce a raddrizzare per quanto può una gara segnata dalle infinite penalità, ma per buona parte della corsa non può fare altro che difendersi, venendo passato a destra e a sinistra da chiunque si presentasse alle sue spalle, senza possibilità di replica. Hard Times Guys…

FELIPE NASR 5

Partendo dall’ottava piazza, uno si aspetta almeno un piazzamento in zona punti. E invece questa volta va male alla Sauber, che si rivela veramente in cisi su questa pista, con entrambi i piloti incapaci di tenere un ritmo accettabile, facendosi passare anche dai piloti della Redbull nel finale. Belli i duelli in gara, ma se alla fine non si porta a casa il risultato, essi sono solo fini a loro stessi.

DANIIL KVYAT 5

Anche per lui più che una gara sembra un travaglio durato un’ora e venti. Già vittima della tagliola della FIA in quanto a penalizzazioni, subito nei primi metri danneggia l’ala anteriore ed è costretto a rientrare ai box per sostituire il musetto. Si mette dietro a Ricciardo tentando la rimonta, ma quello che la Power Unit Renault può offrire è ben poca cosa. Fatica a mantenere la posizione su Verstappen e su Grosjean. La sua strategia è a due pit stop, ma non sembra pagare, infatti perde altre posizioni da Nasr, Grosjean ancora e anche Perez. Chiude dodicesimo con la coda tra le gambe.

MARCUS ERICSSON 4

Jump Start, tanto per gradire, dato che la direzione gara non aveva già dato abbastanza penalità nel weekend. A metà gara si pianta in mezzo al rettilineo, così tato per gradire e perdere un trentina di secondi, poi improvvisamente con Ctrl Alt Canc riparte ma ormai la sua gara è completamente compromessa.

ROBERTO MEHRI 7

Zitto zitto quatto quatto, tra un incidete di qui, e qualche guasto di là, anche chi riesce a portare al traguardo la vettura ha le sue soddisfazioni. La Manor, infatti, agguanta il quattordicesimo posto con il pilota spagnolo, che, c’è da dirlo, questo weekend ha sbagliato ben poco e infatti può ben essere felice di questa piccola conquista.

ROMAIN GROSJEAN 6

Rimane in zona punti battagliando con gli avversari con il coltello tra i denti. Purtroppo passata la metà gara, il cambio abbandona il pilota francese che è costretto al ritiro.

CARLOS SAINZ JR. 6

Anche lui vittima di un guasto tecnico, è costretto ad abbandonare la corsa poco dopo il suo pit stop, quando stava ancora combattendo per entrare nella top ten.

JENSON BUTTON s.v.

Abbandona il gruppo a pochi giri dall’inizio della gara a causa di un guasto ad un sensore, siglando uno dei weekend peggiori della McLaren da inizio anno a questa parte.

WILL STEVENS s.v.

Bastano quattro curve (non che il RedBull Ring ne abbia tante eh…) per mettere ko la sua Manor.

FERNANDO ALONSO s.v.

Vittima innocente dello stranissimo incidente con Kimi Raikkonen. Nulla di più da dire, questa volta non è né colpa sua né della McLaren, ma tanto ormai ci sta facendo l’abitudine.

KIMI RAIKKONEN 4

Questa volta non ci sono scuse. Prima il disastro delle qualifiche, con il diciottesimo tempo (poi parte quattordicesimo grazie alla pioggia di penalità). Poi in gara dopo due curve perde il controllo della vettura e sperona di lato Alonso rischiando anche di lasciarci le penne. Ok forse l’incidente non è del tutto colpa sua, forse erano mappature sbagliate del motore … ok, ma da due gare a questa parte nel libro nero di Maurizio Arrivabene c’è stabile scritto il nome di “Kimi Raikkonen”. Ora Basta!

LE PAJELLE (il meglio e il peggio del weekend)

25: sono le penalità in griglia inflitte a Jenson Button per avere cambiato praticamente tutto quello che poteva cambiare della sua macchina tranne il nome e la scuderia. Venticinque su una griglia da venti … ora, questa potrebbe essere la controprova che gira del gran alcool in direzione gara, non solo dopo la corsa! Finisce che i commissari ci vedono doppio…

Matteo Bramati.

 

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