La F1 ha bisogno di Alonso: attenta McLaren, la Renault è in agguato…

Il mondiale di F1 non può prescindere dallo spagnolo, campione che non merita di correre nelle retrovie

La F1 ha bisogno di Alonso: attenta McLaren, la Renault è in agguato…

La Formula 1 ha bisogno di riavere il suo “Samurai” nelle prime posizioni. E va bene che Fernando Alonso può non stare simpatico a tutti, per via del carattere schietto e spesso ombroso, dei geni, scemi, “sceni” e chi più ne ha più ne metta, che segnarono una insanabile frattura tra Fernando e lo zoccolo duro ferrarista.

Ma questa F1 così scontata, ripetitiva come una lenta processione, necessita del ritorno nelle prime posizioni di uno dei suoi “figli” più talentuosi. Alonso va per i trentacinque anni e ha una carriera importante alle spalle. Anche con il famigerato “GP2 engine” della Honda, Nando nel 2015 ha dimostrato carattere e voglia di combattere, dando il tutto per tutto quando poteva restare in pista e non era costretto portare la carcassa di quella che un tempo era la McLaren ai box.

Alonso è tornato dal periodo festivo più carico che mai, e non è un mistero che si aspetti dalla Honda grandi miglioramenti. Dopotutto sarebbe indecoroso per la stessa McLaren affrontate un altro mondiale nelle retrovie, quando sei pur sempre la seconda squadra più titolata dell’intera giostra.

Che avvenga attraverso un telaio stellare disegnato da Prodromou o grazie alla rinascita della Honda poco importa, è soprattutto la McLaren ad avere l’imperativo categorico di consegnare a Fernando Alonso (ma in parte il discorso potrebbe valere per un altro campione come Jenson Button) una monoposto competitiva, in grado di permettere al pilota di Oviedo di tornare ai livelli che gli competono.

La Formula 1 odierna, dominata da una Mercedes che non fa prigionieri, non può reggersi sulla speranza Ferrari e sulla sola classe di Sebastian Vettel, anche se in Italia e per gli italiani potrebbe bastare e avanzare. La F1 prima di tutto deve tornare ad emozionare e per dare spettacolo non può rinunciare ad una competizione diffusa ed aperta. Ben venga un anno come il 2010, con più piloti in lotta per il mondiale fino all’ultima gara, o una stagione pazza come il 2012, con tanti vincitori diversi nei primi GP stagionali. La McLaren torni a fare la McLaren, mettendo magari il bastone tra le ruote a Mercedes e Ferrari. Casino, chiasso, carte in tavola mischiate e tanto talento.

La McLaren e la Honda, inoltre,  nel 2016 si giocano anche una buona fetta di credibilità. La Renault, con la quale Fernando si è laureato campione del mondo nel 2005 e nel 2006, è tornata a pieno titolo in F1 e non è un mistero che il presidente del gruppo transalpino Carlos Ghosn vorrebbe portare ad Enstone il campione prediletto, per un ritorno che oscillerebbe tra il dejà vu e il romantico.

Alonso probabilmente crede ancora nella McLaren, ma non può non lanciare un occhio a Renault in ottica 2017. Dopotutto Woking ed Enstone distano solo 112 km, un’ora di macchina. Alonso è carico, motivato e merita di lottare quantomeno più vicino ai suoi pari livello Hamilton e Vettel.  La F1 è spettacolo e i campioni meritano di avere i mezzi adeguati per esprimersi. La McLaren è avvisata, viceversa 35 anni non sarebbero mai troppi per iniziare una nuova, vecchia, avventura…

Antonino Rendina

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