Grandi firme per i successi della Rossa in Belgio

Il poker di successi (1996, 1997, 2001 e 2002) conquistato da Schumacher è rimasto nel cuore dei ferraristi

Grandi firme per i successi della Rossa in Belgio

E’ vero che tutte le vittorie assegnano un ugual numero di punti – dagli 8 degli anni Cinquanta ai 25 di oggi – ma non necessariamente tutte danno la stessa soddisfazione. Dipende da quando si vince ma anche da dove si vince ed è innegabile che tagliare il traguardo per primi sul circuito più bello del mondo – a dirlo è la stragrande maggioranza dei piloti, sicuramente la categoria più attendibile in questo campo – è qualcosa di speciale: farlo poi al volante di una Ferrari rappresenta la classica ciliegina sulla torta. Sono sette i piloti, per un totale di 12 successi, che hanno ottenuto questo risultato: in ordine cronologico, Alberto Ascari (due volte), Peter Collins, Phil Hill, John Surtees, Michael Schumacher (quattro volte), Kimi Raikkonen (due volte) e Felipe Massa. A questi nomi vanno aggiunti quelli di Niki Lauda, Jody Scheckter e Michele Alboreto che con i quattro successi (due per l’austriaco, uno ciascuno per il sudafricano e l’italiano) ottenuti sul circuito di Zolder portano a sedici il totale delle vittorie della Scuderia nel Gran Premio del Belgio.

Il poker di successi (1996, 1997, 2001 e 2002) conquistato da Schumacher è rimasto nel cuore dei ferraristi ma forse sono state altre due edizioni di questa corsa a far sognare chi ama le Rosse. Nel 1995 Michael vinse partendo dalla sedicesima posizione sulla griglia, mettendo in mostra tutte le sue straordinarie qualità di pilota, in particolare sul bagnato e anche la sua aggressività in pista: era la prima gara dopo l’annuncio che, dalla stagione successiva, il pilota tedesco avrebbe guidato per la Scuderia e, se mai qualcuno fra i ferraristi avesse avuto dei dubbi su di lui, quella vittoria li spazzò via. Nel 2004 Michael non vinse ma mai un secondo posto ebbe un sapore buono per chi di vittorie sembrava non potersi mai saziare: gli otto punti raccolti quel 29 agosto gli dettero la certezza del suo settimo titolo iridato, il quinto consecutivo con la Ferrari. Quel giorno fu Kimi Raikkonen, allora alla McLaren, a passare per primo sotto la bandiera a scacchi in un simbolico passaggio di consegne fra due dei tre re di Spa (il terzo è certamente Ayrton Senna, cinque volte trionfatore sulle colline delle Ardenne). Il finlandese ha conquistato quattro volte il Gran Premio del Belgio (2004, 2005, 2007 e 2009) ed un quinto successo (2008) gli sfuggì proprio nelle battute finali, quando fu tradito da un torrente d’acqua che lo fece finire contro le barriere di protezione a due giri dalla fine. Particolarmente significativa fu la vittoria del 2009, conquistata con una vettura, la F60, non fra le monoposto più riuscite nella storia di Maranello, tanto per usare un eufemismo: Kimi fu magistrale nell’utilizzo del KERS, prima in fase offensiva nei primi giri di gara poi, una volta passato al comando, in fase difensiva, riuscendo a sfruttarlo al meglio per tenersi alle spalle un arrembante Fisichella, che poi sarebbe diventato dalla gara successiva il suo ultimo compagno di squadra alla Ferrari.

Nel 2008 la vittoria andò, a tavolino, al suo compagno di squadra, Felipe Massa, dopo che Hamilton fu punito con 25” di penalizzazione per aver tagliato l’ultima chicane in fase di sorpasso proprio su Raikkonen. Su questo circuito il pilota brasiliano si è piazzato sette volte su otto partecipazioni fra i primi dieci, mancando il passaggio sotto la bandiera scacchi soltanto all’esordio con la Sauber nel 2002. Soltanto quattro (due sul podio) i piazzamenti a punti per Fernando Alonso nelle sue nove partecipazioni al Gran Premio del Belgio, una gara che sembra stregata per il campione di Oviedo, almeno in Formula 1. L’emozione di vincere a Spa Fernando la provò nel 2000, quando correva in Formula 3000, con una splendida tripletta: pole, vittoria e giro più veloce in gara. Da quando si veste di rosso la fortuna non ha certo dato una mano allo spagnolo sui saliscendi di Spa: nel 2010 la pioggia lo tradì e l’anno scorso non riuscì nemmeno ad arrivare alla prima curva, visto che la Lotus di Grosjean gli volò sopra pochi secondi dopo lo spegnimento dei semafori. Il quarto posto del 2011 non può certamente soddisfare Fernando: l’augurio che gli facciamo, a nome di tutti i ferraristi, è di tornare subito a farsi scattare quelle foto che suggellarono il suo fine settimana in Formula 3000 tredici anni fa.

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