GP Russia – Mercedes fa 2-2 con Bottas, per Vettel e la Ferrari una sconfitta “dolce” [VIDEO]

Soltanto sul podio l’impassibile appassionato di tiro a piattello Valtteri Bottas s’è lasciato andare ad un timido sorriso, come se si fosse liberato da un magone, che si portava dentro dal Bahrein, dove era stato condannato a farsi più volte da parte in nome della “ragion di Stato”. In due settimane il finlandese della Mercedes, arrivato nel paddock a Sochi scuro in volto e con l’etichetta addosso di seconda guida, ha ribaltato in modo inaspettato la situazione, interpretando le anguste curve e i rettilinei russi molto meglio dell’opaco Lewis Hamilton.

Il mascellone nordico ha vinto il GP in partenza, sfruttando tutta la potenza del propulsore Mercedes; uno spunto eccellente, che gli ha permesso di sopravanzare le due rosse e involarsi verso il primo assolo in carriera, con una gara controllata da veterano. Ottimo “passista” da sempre, a Bottas semmai manca la fantasia del fuoriclasse, ma una volta in testa ha dimostrato di saper gestire con freddezza anche il ritorno di un indomito Vettel. Il mondo sottosopra, con la Mercedes costretta a festeggiare il 2-2 alla Ferrari con il pilota “precario”, il gregario con il contratto già in scadenza, scoprendo però che il giovanotto di Nastola ha una inaspettata fame di vittoria.

Sochi doveva essere una pista Mercedes, tutta di motore, invece è sembrata per lunghi tratti del fine settimana terreno di caccia di una Ferrari ancora una volta velocissima e perfetta in trazione. La Rossa sin dal venerdì s’è dimostrata perfettamente ad agio tra le curve nette di questo anomalo circuito semi-cittadino. Inarrivabile nell’utilizzo delle gomme, con Vettel e Raikkonen entrambi in palla. La Mercedes, invece, non è riuscita ad entrare subito in sintonia con il tracciato, pagando anche in qualifica, con una prima fila tutta rossa che faceva pensare ad una domenica di campane a Maranello. La SF70H è stata complessivamente la migliore vettura in pista, Vettel ha chiuso nella scia di Bottas e Raikkonen ottimo terzo con il giro più veloce. Il Cavallino, uccellato in partenza da Bottas, ha sprecato una ghiotta occasione di lanciare un messaggio dirompente al mondiale, ma la sconfitta mai come questa volta ha un retrogusto dolce, che poteva scorgersi nei sorrisi dello stesso Sebastian Vettel.

Può capitare – soprattutto su tracciati dove le gare si decidono in partenza perché poi è impossibile sorpassare – perdere una gara, soprattutto contro una Mercedes che fino a qualche mese fa faceva incetta di doppiette. Ecco perché sono oro colato i sei punti guadagnati sulla controfigura sbiadita di Lewis Hamilton. Mentre Vettel ha rafforzato la sua leadership mondiale, onorandola con una gara d’attacco, provando a vincere a tutti i costi, lo sfidante anglo-caraibico è incappato in una delle sue crisi esistenziali, quando perde la bussola e si lascia andare, tra errori di guida (tanti, troppi per uno come lui), mancanza di fiducia nel team (la mia macchina non va come la sua, un classico), problemi di assetto e nervi a fior di pelle. Lasciando così spazio ad un vecchio e ricorrente dubbio: quello di un Hamilton dal talento probabilmente unico, ma anche campione fragile, spesso insicuro, tendente a pericolosi blackout.

Lewis chiedeva a gran voce, spavaldo, una sfida alla pari con Vettel. Rischia invece di ritrovarsi in casa un nuovo “Rosberg”, un altro pilota capace di batterlo e di ridimensionare una grandezza che va a strappi, come una luce che va ad intermittenza, mentre splende senza soluzione di continuità la stella di Vettel, carismatico, veloce, in Russia beffato eppure sorridente, consapevole dell’enorme potenziale del pacchetto di cui dispone. Ci sono sconfitte che sono mezze vittorie, la palla adesso torna a centrocampo, per il round di Barcellona, dove la Ferrari ha volato nei test invernali, ma dove la partita più importante si giocherà sul fronte degli sviluppi. Ne vedremo delle belle.

Antonino Rendina

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