GP Giappone: la Mercedes torna a fare male, Vettel più samurai di Alonso

Lewis Hamilton padrone a Suzuka, Sebastian Vettel da applausi per l'approccio con la squadra

GP Giappone: la Mercedes torna a fare male, Vettel più samurai di Alonso

Nessuna sorpresa nel GP del Giappone, con la Mercedes che sfruttando le doti aerodinamiche e la PU della W06 torna a farla da padrone conquistando l’ottava doppietta stagionale. La Ferrari si conferma seconda forza, portando a casa un terzo e quarto posto, ma tornando “umana” dopo lo splendido fine settimana di Singapore.

HAMILTON “UCCELLA” ROSBERG Un solco profondo, di talento e consistenza, separa ormai Lewis Hamilton e Nico Rosberg. Il primo a Suzuka ha vinto l’ottava gara stagionale, ha raggiunto Ayrton Senna a 41 trionfi e si avvia a conquistare in surplace il secondo mondiale consecutivo con la Mercedes. Nico, nonostante fosse tornato in pole position, sbaglia in partenza prestando il fianco a Lewis ed è costretto ad una faticosa rimonta dal quinto al secondo posto. Il GP si decide nelle prime due curve, con Hamilton che beffa Rosberg, ridimensionandolo oltremodo, confinandolo nell’immaginario collettivo a novello Barrichello de noantri, ovvero efficiace scudiero e buon pilota ma non campione. Una sentenza capitale se pensiamo che appena un anno fa i due si giocavano il mondiale (quasi) alla pari.

I MISTERI MERCEDES CHE FANNO MALE ALLA F1 In maniera più scontata del solleone ad agosto, la Mercedes torna a picchiare forte sul cronometro, passando dal secondo e otto di ritardo in griglia a Singapore ai sette decimi di vantaggio sulla Ferrari a Suzuka. La Mercedes, insomma, si è lasciata dietro l’inspiegabile passo falso di Marina Bay tornando a fare…la Mercedes! Toto Wolff ha dichiarato che il team ha capito i motivi della precedente debacle, intervenendo di conseguenza. Il team principal di Stoccarda non ha però rivelato quali fossero i problemi di Singapore, alimentando il mistero e le troppe voci su una performance che resta alquanto “strana”, considerando il potenziale immenso della Stella a tre punte. Un atteggiamento che non fa bene alla F1, categoria già troppo criptica ed ermetica di per se.

TEAM RADIO: VETTEL LEZIONE SAMURAI AD ALONSO Nelle comunicazioni via radio con i rispettivi muretti, il confronto tra due grandi campioni come Sebastian Vettel e Fernando Alonso è stato impietoso. L’asturiano ama la cultura nipponica, cita spesso aforismi della tradizione guerriera Samurai, improntata alla disciplina, alla fierezza e soprattutto alla lealtà verso l’imperatore. Proprio Alonso, in Giappone, è inciampato in un suo vecchio difettuccio, quello di criticare pubblicamente il datore di lavoro. Abile comunicatore, Nando ha scelto il circuito di proprietà della Honda per urlare al mondo di avere sotto al sedere un motore di serie B, precisamente di GP2. A Tokyo non hanno gradito, costringendo Ron Dennis a redarguire pubblicamente il proprio pilota. Alonso – giustamente – è stanco di fare il diavolo a quattro, di dare tutto se stesso, guidando da dio, per poi chiudere a margine della zona punti, infilato da tutti sul rettilineo. C’è da capirlo, ma tempi e modi dello sfogo sono stati completamente sballati, ricordando fin troppo da vicino i “complimenti” fatti al muretto Ferrari durate le qualifiche di Monza 2013. Un team radio, quello dello spagnolo, che stona il doppio se paragonato alle scuse (!) che Vettel ha fatto alla Ferrari per il terzo posto. Dopo la perla di Singapore, Sebastian a Suzuka ha dato ennesima prova di avere un carattere all’altezza del suo talento. E’ già raro ed insolito sentire un pilota scusarsi dopo una buona gara, figuriamoci un quattro volte campione del mondo. Con un’umiltà fuori dal comune Sebastian si è preso in parte la responsabilità per il secondo posto sfumato, asserendo che avrebbe dovuto informare meglio il muretto sull’ottimo stato delle gomme e sulla possibilità di anticipare la seconda sosta. Chapeau a Seb, in Giappone molto più samurai di Alonso.

KIMI FINALMENTE SOLIDO, BENTORNATO HULK Per alcuni sarà il “compitino”, ma Raikkonen ha finalmente inanellato una serie di risultati utili consecutivi, lasciandosi alle spalle le incertezze e le sfortune estive. Un pilota ritrovato, che tra le curve di Suzuka ha svolto perfettamente il suo dovere, vincendo il derby in salsa finnica con Bottas e chiudendo alle spalle del compagno Vettel. E’ tornato invece gran protagonista Nico Hulkenberg, mancato un po’ nelle ultime gare. Il sesto posto dev’essere la base di partenza per un finale di stagione in crescendo, cosa alla quale il buon Hulk ci ha sovente abituato.

VERSTAPPEN RIDIMENSIONA SAINZ, KVYAT AVVILITO Non deve essere troppo semplice essere nei panni di Carlos Sainz. Vent’anni e un buon talento, eppure alle prese con qualcuno (o qualcosa) di speciale, una materia grezza che è antimateria, genio e follia purissimi, classe ed incoscienza. Max Verstappen è uno spettacolo, una novità assoluta nel panorama della F1. Partito diciassettesimo l’olandese ha confezionato l’ennesima rimonta, arrivando davanti ad un Sainz letteralmente spiazzato dalla velocità del compagno. Verstappen è l’unica nota lieta nel panorama Red Bull, squadra che a Suzuka si è persa tra problemi di assetto ed incidenti. Daniil Kvyat nel dopo gara era totalmente avvilito, mani in faccia, tanto che non sentiva la sua RB11. Le stesse mani in faccia che nell’hospitality aveva Chirs Horner, con la sua squadra, anzi le “sue” due squadre, che ad ottobre non hanno ancora un motore per il 2016; e la notizia è che nessuno fa a gara per darglieli…

Antonino Rendina

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