GP Brasile: la Mercedes umilia la F1, si salva solo la Ferrari

Tsunami d'argento ad Interlagos con Rosberg mattatore, Hamilton ridimensionato. Vettel fa gli straordinari

GP Brasile: la Mercedes umilia la F1, si salva solo la Ferrari

Il Gp del Brasile ci consegna una F1 piegata in due dallo strapotere Mercedes. La scuderia anglo-tedesca conquista a San Paolo la quindicesima vittoria stagionale, l’undicesima doppietta e stavolta si toglie lo sfizio, il lusso, il capriccio, di doppiare tutti fino alla quinta posizione, graziando soltanto una grande Ferrari.

ROSBERG INCUBO DI HAMILTON Il tre volte campione del mondo Lewis “Ayrton” Hamilton sta vivendo un piccolo psicodramma. Dopo la vittoria della terza corona iridata l’inglese si era auto-proclamato nuova star mondiale del Circus, mentre poi da Suzuka è il meno quotato e remissivo compagno di squadra ad andare sempre in pole position. Nico è alla quinta pole consecutiva ed al secondo successo di fila. Rosberg, che resta pur sempre una seconda guida, ha eguagliato il numero di vittorie (5) del 2014, mentre Hamilton nella sua stagione dei record non ha ancora eguagliato gli undici trionfi del 2014, record che al massimo potrà pareggiare ad Abu Dhabi. In più l’inglese in alcuni frangenti sembra dare di matto, con comportamenti al limite del maniacale. Banale e quasi tenera la scusa dei capelli spettinati per non partecipare alla foto di rito con il poleman Rosberg. Ancor più strano quando l’abbiamo visto letteralmente appeso al camion della driver parade mentre i colleghi, tutti composti come si deve, salutavano il pubblico. In queste settimane abbiamo capito come Hamilton sia un fuoriclasse atipico, implacabile di piede e di testa quando gli va tutto bene, molto più lagnoso e “bambino” quando viene minato nelle sue certezze. Rosberg è evidentemente meno veloce, ma il numero due di Stoccarda ha dimostrato di poter essere ancora una discreta spina nel fianco per Luigino, soprattutto quando quest’ultimo è spavaldo più nei proclami che in pista.

FERRARI A TESTA ALTA, VETTEL DISUMANO Ai più esigenti la Ferrari made in Brazil non è piaciuta. Troppi i secondi accusati sul traguardo dalla Mercedes. Invece va dato atto alla Ferrari di essere uscita a testa altissima dal confronto con i rivali tedeschi. Ce lo immaginiamo Sebastian Vettel, calato nel suo casco, assorto nei suoi pensieri, mentre con la sua SF15-T anelava lo spirito combattivo di un Cavallino mai domo, realizzando tempi quasi impossibili. Sebastian, coadiuvato da una monoposto con la quale ha un feeling perfetto, ha dato tutto se stesso, s’è aggrappato al volante ed ai pedali per disegnare traiettorie leggere e tenere il passo di Rosberg ed Hamilton. Manico favoloso, sorriso contagioso, meritata la festa con tanto di casco sul podio, perché anche un terzo posto può essere una piccola impresa, se prendi la bandiera a scacchi a soli sei secondi da Hamilton. Meno bene Raikkonen, va detto, molto più “normale” nella sua performance, quasi da minimo sindacale. Non che le motivazioni potevano essere altissime, e forse nemmeno la quinta PU montata sulla Ferrari numero 7 era il massimo, però Kimi è sembrato in completa gestione gara, senza spunti o “numeri” degni di nota. Al finlandese chiediamo quantomeno di chiudere il mondiale in quarta posizione, recuperando quell’ultimo punto che lo divide in classifica dal grande rivale Bottas.

VERSTAPPLAYSTATION Che poi nella calma piatta di un GP in stile ultimo giorno di scuola, a dare la sveglia c’ha pensato il più giovane del lotto, Max Verstappen, che ha ben pensato di mettere la propria Toro Rosso all’esterno della prima curva e tenere giù il piede, uccellando un Sergio Perez quasi incredulo. Il classico sorpasso che vale il prezzo del biglietto, ancora più apprezzabile se pensato e realizzato con meticolosità da un talento purissimo ed immenso. Nemmeno nei videogiochi. Per rimanere in “casa” bibitara, si segnala il settimo posto di Daniil Kvyat, che porta a dieci i punti di vantaggio in classifica iridata sul compagno Ricciardo. Quel Ricciardo che l’anno scorso era l’astro nascente del Circus che aveva demolito Vettel. Strana la Formula 1, eh?

PREMIO SIMPATIA AD ALONSO Che, scritto così, sembrerebbe un ossimoro, dato il famigerato musone dello spagnolo. Ma Fernando in Brasile ha reagito alle sventure McLaren-Honda nel migliore dei modi: con una sana e genuina ironia. Sorridente ed autoironico, epico quando si mette a prendere il sole a bordo pista su una sedia con la McLaren in panne.

TODA NOIA, TODA BELEZA Il ritmo di Vettel e la gara tiratissima delle Mercedes si lasciano ammirare dai puristi per la qualità delle performance, ma come spettacolo questo Brasile ha rasentato lo zero spaccato. A salvare la baracca c’ha pensato Verstappen. Superflua la polemica sul coro della Torcida. La “curva” di Interlagos non inneggiavano né a Senna né a Seba, ma al “Sonno” vero protagonista di una F1 arresasi alla dittatura della Mercedes.

Antonino Rendina

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