F1 | Williams, Lowe ancora in difesa di Stroll e Sirotkin: “L’esperienza serve solo quando lotti per il titolo”

Il direttore tecnico azzera le responsabilità dei piloti sulla crisi del team inglese e ribadisce: "Il nostro problema è la macchina"

F1 | Williams, Lowe ancora in difesa di Stroll e Sirotkin: “L’esperienza serve solo quando lotti per il titolo”

Nella lunga intervista rilasciata alla testata brasiliana Globo, Paddy Lowe, direttore tecnico della Williams, si è nuovamente esposto in prima linea per difendere Lance Stroll e Sergey Sirotkin, costantemente nell’occhio del ciclone della crtitica: “Per lottare per il titolo, ok, un pilota ha bisogno di esperienza: solo i grandi campioni riescono a trovare quell’ultimo mezzo decimo. Ma non ci aspettiamo che i nostri due giovanissimi piloti facciano parte di quel gruppo adesso” – ha spiegato l’ingegnere inglese. “Siamo davvero soddisfatti di loro. Penso che entrambi abbiano il potenziale per crescere in Formula 1 e oggi, entro i nostri limiti, lo stanno dimostrando”.

Come ribadito in più occasioni, il vero limite della scuderia di Grove, al momento, è la FW41: La mancanza di risultati della Williams oggi è dovuta ai problemi della macchina, non ai piloti, e sta a noi risolverli. C’è in corso una grande operazione all’interno della Williams per sistemare questi problemi, anche se non la stiamo rendendo pubblica”.

Lowe, inoltre, ha minimizzato le voci di una spaccatura con il miliardario Lawrence Stroll, padre di Lance e finanziatore della Williams: “È molto di supporto per il gruppo e anche per me: sta cercando di essere disponibile per aiutarci. Direi che è un grande partner, così come lo è SMP Racing (sponsor di Sirotkin, ndr)“.

La ricetta per risalire la china, secondo Lowe, è quella di ottimizzare le risorse presenti, non di rimpolpare l’organico: “Abbiamo assunto Doug McKiernan a febbraio, ma non ho intenzione di prendere altre persone. La sfida è quella di coordinare nel modo giusto le persone che abbiamo. A volte le cose non funzionano, sorgono problemi che nessuno si aspetta e questo non è dovuto necessariamente al modo in cui lavorano gli ingegneri. I team di Formula 1 passano sempre dei periodi buoni e dei momenti difficili: succede ovunque”.

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