F1 | GP Ungheria – La Ferrari si riscopre leggendaria, bagno tricolore e Mercedes in confusione…

Il GP magiaro passerà alla storia per la prestazione di squadra della Rossa, alla Mercedes non resta che incassare il colpo...

F1 | GP Ungheria – La Ferrari si riscopre leggendaria, bagno tricolore e Mercedes in confusione…

Per la Ferrari il GP di Ungheria rappresentava un crocevia fondamentale in ottica campionato, s’è trasformato invece in qualcosa di più grande, un appuntamento con la storia e con l’epos della F1, una di quelle corse romantiche destinate a restare scolpite nel cuore e nella mente degli appassionati.

Il Cavallino ha reagito alla delusione di Silverstone con incredibile lucidità e ferocia, sfruttando al meglio il circuito magiaro per rimettere il muso davanti alla fortissima Mercedes. Quella di Budapest è una vittoria che parte da lontano, figlia del lavoro certosino dei tecnici, lesti a rispondere alle limitazioni imposte dalla FIA portando in pista un nuovo fondo, meno flessibile ma non per questo meno efficace. Habemus sviluppo! Già questa, se confrontata al recente passato, è una “vittoria” che non va sottovalutata.

Il resto l’hanno fatto macchina e piloti; la prima perfettamente a proprio agio tra le curve lente e di trazione del Ring ungherese, mentre i due alfieri hanno alzato l’asticella delle prestazioni, indossando il mantello da supereroi al momento giusto, elevando il significato e la concezione di squadra in F1. A spiccare su tutte, mai come stavolta, è la figura di un guardiano silenzioso, un campione innamorato della scuderia che più di tutte ne ha compreso la grandezza. Kimi Raikkonen è il vero eroe di giornata, il “gregario” con la pedalata buona per vincere, la voglia di tornare ad un successo che manca da troppo, che ha però il coraggio di sacrificarsi per il suo “capitano”, proteggendolo ed incoraggiandolo fino a quel traguardo in salita che non arriva mai.

Unità di intenti, collaborazione, spirito di squadra. Il sudore di Sebastian Vettel, le fatiche a dover arrotondare e ammorbidire le traiettorie a causa di quello sterzo capriccioso che tirava a destra, il timore di perdere una vittoria cercata e meritata, mitigati dalla presenza rassicurante di Iceman. Un inezione di fiducia e serenità, che ha permesso a Vettel di poter esprimere tutta la propria classe, guidando per una cinquantina di giri una vettura capricciosa e sbilenca, eppure portandola alla vittoria come solo un leader maturo e trascinatore sa fare. Il tedesco, dopo le recenti delusioni, è apparso di nuovo in piena sintonia con una Ferrari sempre più “sua”, anche se questa vittoria è una poltrona per due, un bagno tricolore da condividere con l’amico Kimi.

Giochi di squadra anche in Mercedes, la grande sconfitta, la limousine che si perde in assenza di lunghe curve in appoggio. Lewis Hamilton si conferma un fuoriclasse ad intermittenza, un fantasista poco incline alla costanza di rendimento, Valtteri Bottas è invece il tipo di pilota regolare e affidabile che tanto apprezzano a Brackley. Il muretto vive malissimo il forzato di scambio di posizioni, probabilmente un capriccio di Lewis, un peccato di presunzione fatale, “spostati che ci penso io”, con l’inglese che invece finisce per accodarsi mestamente alle rosse. Toto Wolff non apprezza, lancia l’ultimatum a Hamilton, il quale – restio e ancor più platealmente – sul traguardo restituisce il podio al compagno di marca. Salvato l’onore e la filosofia di un team almeno in apparenza contrario alle gerarchie interne, ma nell’ingranaggio anglo-tedesco si inizia ad intravedere qualche crepa.

L’esultanza rabbiosa (al cospetto di un impietrito e visibilmente contrariato Lauda) del team principal Wolff  per il controsorpasso di Bottas a Hamilton può essere letta come una piccola spaccatura all’interno della squadra. La Mercedes è stata leale con Bottas, ma ciò non toglie che è andata nel pallone, con due team order che si sono annullati a vicenda, e alla fine della giostra ha regalato tre punti buoni buoni a Vettel. Una gestione singolare delle forze in campo, quasi confusionaria, come se la Nazionale dei motori di rosso vestita creasse ormai più di un grattacapo a Brackley. La Mercedes proverà a rispondere a Spa, ma Budapest potrebbe aver sparigliato le carte, restituendo alla Ferrari la forza del mito, e la convinzione di essere per coesione e affiatamento nettamente superiore ai rivali.

Antonino Rendina


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