F1 | Brembo, l’impegno dell’impianto frenante sul circuito di Silverstone

Tracciato poco impegnativo sul piano delle frenate

F1 | Brembo, l’impegno dell’impianto frenante sul circuito di Silverstone

La Formula 1 torna a Silvestone (Gran Bretagna), dove il Campionato del Mondo ha preso il via nel lontano 1950, per il 10° appuntamento del Mondiale 2017. Con i suoi 52 gradi di Latitudine Nord, la pista inglese è la più vicina al Polo Nord dell’intero campionato. Silverstone Circuit ha già ospitato 50 gare del Mondiale di Formula 1, ma solo 7 con la configurazione attuale. Malgrado l’introduzione dagli anni Settanta di diverse curve per rallentare le velocità, l’anno scorso la pole è stata realizzata ad una media di 237 km/h, superiore ai 236 km/h del 1979. La pista è ricca di curvoni veloci, per 10 dei quali le monoposto non devono nemmeno ricorrere ai freni. Le frenate veramente impegnative sono un paio ed entrambe discendono da modifiche del tracciato realizzate nell’ultimo trentennio.

Le basse energie in gioco potrebbero però tradursi nella vetrificazione (grazing) del materiale d’attrito nell’ipotesi in cui piova o le temperature scendano di colpo. In presenza di queste condizioni meteorologiche infatti il carbonio dei dischi e delle pastiglie può raffreddarsi troppo, non garantendo più l’attrito necessario per le frenate a cui sono abituati i piloti. Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 20 piste del Mondiale usando una scala da 1 a 10, il Silverstone Circuit rientra nella categoria dei circuiti meno impegnativi per i freni. La pista britannica si è meritata un indice di difficoltà di 4, identico a quello ottenuto da Suzuka e Interlagos.

L’impegno dei freni durante il GP

Ogni giro i freni vengono utilizzati 8 volte ma in 3 di queste curve i piloti se ne servono per meno di 7 decimi di secondo. In totale l’impianto frenante entra in funzione 11 secondi e mezzo al giro, equivalente al 13 per cento della durata della gara. Persino la decelerazione massima risente della presenza di poche frenate decise: il valore medio sul giro è di 3,6 g a causa della Maggots (curva 10) e della curva successiva poiché in entrambe le decelerazioni non arrivano nemmeno a 3 g. Tutto ciò si traduce in un’energia dissipata in frenata veramente modesta se rapportata alle altre piste: 76 kWh, la metà del circuito di Barcellona e poco meno di un terzo di Sochi. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale del freno di 46 tonnellate, cioè 3 volte e mezza il peso di un caratteristico autobus londinese a due piani con tutti i posti occupati.

Le frenate più impegnative

Delle 8 frenate del Silverstone Circuit 2 sono classificate come impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e 4 sono light. La più dura per l’impianto frenante è quella alla curva 16: le monoposto vi arrivano a 284 km/h e in soli 2,3 secondi scendono a 101 km/h. Per riuscirci i piloti esercitano un carico di 162 kg sul pedale del freno e subiscono una decelerazione di 4,6 g. Durante la frenata le vetture percorrono 52 metri, meno della lunghezza del nuovo schermo che verrà installato in autunno a Piccadilly Circus. La decelerazione è invece di 4,7 g alla curva 3 (Village): la frenata è più lunga sia in termini spaziali (53 metri) che temporali (2,41 secondi) ma il carico sul pedale per passare da 295 km/h a 109 km/h è di “soli” 154 kg. Alle Brooklands (curva 6) le monoposto arrivano a 320 km/h ma entrano in curva a 164 km/h dopo 2,03 secondi di utilizzo dei freni. La decelerazione è di 4,3 g, il quadruplo della Jaguar XKR-S GT che di serie utilizza dischi carboceramici Brembo.

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