Claire Williams: “La Formula 1 non è uno sport da uomini”

Claire Williams: “La Formula 1 non è uno sport da uomini”

Possiamo arrivare a considerare la Formula 1 come uno specchio della società moderna dove sempre più donne, a dispetto di quello che si potrebbe credere, entrano a far parte del suo organico soprattutto per quanto riguarda la parte amministrativa. Il genere femminile sta guardando con grande autorevolezza alla classe regina del Motorsport soprattutto se andiamo a guardare l’intensificarsi della presenza di donne in posizioni di rilievo sia negli uffici della FOM, sia direttamente alle dipendenze delle scuderie di Formula 1.

In risposta allo scetticismo mosso da alcuni addetti ai lavori alla capacità delle donne di convivere in un mondo originariamente formato da uomini, Claire Williams ha lasciato intendere di essere abbastanza delusa di questa situazione che vede le donne, sempre in secondo pieno rispetto ai colleghi del sesso opposto: “Ci sono moltissime donne che lavorano dietro le quinte e gli spettatori a casa non lo sanno semplicemente perché non sono inquadrate. Abbiamo donne meccanico, donne ingegneri, donne aerodinamici – ha commentato ai colleghi del Tagesspiegel – Se guardiamo la situazione della Williams, l’8% dei nostri ingegneri sono donne. Sembra un numero piccolo, ma invece non è così se teniamo conto che quattro anni fa la percentuale era vicina allo zero”.

Sicuramente la Williams è una delle scuderie di Formula 1 maggiormente attente alla questione tantè che è stato forse il primo team che nel 2011 ha ingaggiato proprio una rappresentante del gentile sesso, la pilota Susie Wolff, in qualità di tester per il lavoro di sviluppo: “Sono state dette molte cattiverie su questo fatto. Sembrava che noi avessimo preso Susie solo per merito si suo marito Toto Wolff (all’epoca azionista della Williams ndr) ma se non fosse stata brava credete veramente che l’avremmo tenuta? Siamo un team di Formula 1 e abbiamo grandi ambizioni – ha continuato – Non metteremo mai in dubbio il nostro futuro mettendo sotto contratto un pilota che non lo merita perché questo sarebbe solo d’intralcio al raggiungimento dei nostri obiettivi”.

Eleonora Ottonello

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