Claire Williams: “La F1 mi fa emozionare”

A Montecarlo abbiamo incontrato la vice boss della scuderia di Grove

Claire Williams: “La F1 mi fa emozionare”

Ci ha accolto nel suo ufficio all’interno dell’hospitality Williams alloggiata di fronte ai lussosi yatch di Montecarlo con grande gentilezza. Claire, vice boss di uno dei team più amati del Grande Circo su quattro ruote è già pronta per rispondere alle nostre cuoriosità.

Innanzitutto cos’è la F1 per lei?

E’ uno sport meraviglioso. Malgrado sono nata e cresciuta in questo ambiente ogni volta che si avvicina un weekend di gara sento ancora le farfalle nello stomaco. Credo sia un privilegio poter avere a che fare con i piloti che continuano ad essere degli eroi, con delle monoposto al massimo dell’avanguardia, il glamour, la potenza e anche il rumore.

Cosa pensa dei circuiti moderni? Ritiene che siano meglio di quelli della vecchia scuola?

Personalmente amo entrambi, più precisamente sono convinta che si debba preservare la storia e dunque continuare a venire in posti come il Principato, ma anche farsi largo nei nuovi mercati alla ricerca di un pubblico diverso.

Dall’Australia ad oggi abbiamo visto un calo di audience non indifferente sia in tv, che sugli spalti. Secondo lei quale può essere la soluzione per tornare ai livelli del passato?

A mio parere è sbagliato guardare indietro in maniera nostalgica. Si deve sempre essere proiettati verso il futuro, dunque occorre cercare di capire come intercettare i desideri della gente, in particolare dei giovani. I costruttori assieme ai media e a chi gestisce il Circus stanno proprio lavorando in quest’ottica. A ogni modo è bene ricordare che le nostre gare sono le manifestazioni sportive più seguite in assoluto dopo le Olimpiadi e la Coppa del Mondo di calcio, due eventi che si svolgono ogni quattro anni.

Le regole che entreranno in vigore nel 2017 potranno essere d’aiuto?

E’ quello che spera lo Strategy Group. Avremo delle macchine più forti e belle esteticamente; Pirelli poi si sta dando un gran da fare dopo aver risolto egregiamente i problemi di qualche stagione fa, comunque non si tratta di un solo elemento è l’intero pacchetto che deve regalare spettacolo.

Sta riscontrando delle difficoltà nel gestire una scuderia ed ad imporsi in qualità di donna?

No anzi mi sento avvantaggiata. Un tempo la categoria era solo in mano agli uomini, mentre oggi abbiamo Monisha Kaltenborn alla direzione della Sauber, Susie Wolff che fa la tester da noi e tante altre ragazze che si occupano delle aree più tecniche. Insomma è un processo che si sta sviluppando gradualmente.

Com’è invece il suo rapporto con Sir Frank?

Mio papà è una vera una leggenda, una fonte d’ispirazione per tutti ed è molto rispettato nel paddock e fuori. Ha raggiunto tantissimo e nonostante abbia 74 anni ama ancora alla follia quello che fa. Sono orgogliosa di poter lavorarci fianco a fianco e di imparare da lui. Non c’è nulla di più bello che fare ciò che si desidera con le persone a cui si vuole bene.

Le lascia abbastanza libertà decisionale oppure vuole avere l’ultima parola?

No, è assolutamente aperto. E’ consapevole di dover concedere spazio a ciascuno a proposito del proprio settore ed è sempre disponibile al confronto.

Dal fondo schieramento in cui eravate piombati siete stati in grado di tornare ai primi posti. Come ci siete riusciti in così poco tempo?

Nel 2013 abbiamo aperto gli occhi e capito che dovevamo dare vita ad una rivoluzione. Siamo intervenuti sul senior management tecnico avendo bisogno di rafforzare il coordinamento del settore e firmato con Mercedes per la fornitura del motore. Tra l’altro siamo stati i primi a crederci e ancora la reputo la migliore decisione presa. Quindi ci siamo focalizzati sui piloti e infine sulla partnership con la Martini che è stata la ciliegina sulla torta.

Malgrado la forte crescita delle ultime due stagioni mancate ancora a livello di operazioni in pista, in particolare durante i pit stop…

Il nostro atteggiamento è che non appena notiamo una falla con ingegneri e maccanici interveniamo in modo da non ripetere due volte lo stesso errore. La strada per la perfezione è lunga e tutti si stanno rimboccando le maniche per sistemare ogni dettaglio.

L’arrivo di Rob Smedley dalla Ferrari è stato decisivo?

No, ci ha dato una mano, ma è il gruppo nel suo globale a dover funzionare. Il singolo non basta.

Cosa dice invece dei due piloti?

Possiamo contare su una delle migliori line up in griglia. Massa ha esperienza da vendere, ha sfiorato il mondiale nel 2008, ha un approccio tranquillo ed è riuscito immediatamente a farsi ben volere dal gruppo. Valtteri invece è un talento puro. Insieme sono un bel mix ed entrambi possono puntare al successo. Da indipendenti il nostro guadagno arriva dall’F1 management e dagli sponsor, dunque avere una coppia che può garantire buoni punti in ogni corsa è fondamentale.

Le danno fastidio le voci che avvicinano Valtteri alla Ferrari?

E’ normale che ci siano. Lui però è legato alla squadra da inizio carriera, noi ci troviamo bene con lui e viceversa. Assieme puntiamo ad ottenere il titolo iridato se non ora nei campionati a venire.

infine, qual è il target della Williams nel 2015?

Consolidarsi dopo il grande recupero e il terzo posto dell’anno scorso, tenere a bada chi segue e raccogliere il massimo possibile. E’ innegabile che ci piace vincere, tuttavia dovessimo bissare il 2014 non ci sarebbe niente di imbarazzante.

Chiara Rainis

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