Ayrton Senna e la stagione 1984 – Parte terza
Dal Gp d'Austria all'esaltante fine di campionato
Siamo finalmente giunti al terzo ed ultimo capitolo di questa prima quanto esaltante stagione da rookie in Formula Uno di Ayrton Senna a bordo della Toleman – Hart. Andiamo ad analizzare assieme le ultime cinque gare del campionato mondiale 1984.
Dodicesima gara: Gp d’Austria. Nella fase di qualificazione Senna è decimo, con un tempo di 1’29’200 e con 3’027 di distacco dal poleman Piquet su Brabham. La domenica la procedura di partenza deve essere ripetuta perché la monoposto di de Angelis si spegne, costringendo i commissari a rifare il tutto da capo. Al secondo start le vetture partono regolarmente con Piquet che prende il comando, inseguito dalle due McLaren “amiche – nemiche” di Prost e Lauda, in quanto i due si stanno contendendo il titolo. Ancora una volta de Angelis è protagonista: la sua vettura perde olio nel bel mezzo della curva intitolata a Jochen Rindt dopo che il motore si è fuso, mettendo fuori gioco anche Prost che scivola su di esso ed esce. Lauda ha così pista libera per tentare di agganciare Piquet, ma dietro di lui c’è Ayrton che come sempre sta compiendo un splendida gara con la sua Toleman. Sfortuna vuole che la monoposto venga afflitta da problemi di pressione dell’olio e dopo 35 giri il brasiliano deve dire addio ad un podio che sarebbe giunto senza problemi. La gara la vince Lauda seguito da Piquet e Alboreto su Ferrari.
Tredicesima gara: Gp d’Olanda. Dopo una serie di eccellenti prestazioni questa volta Ayrton e la Toleman devono accontentarsi di un tredicesimo posto in qualifica, surclassati da un prepotente ritorno delle scuderie maggiori che sembravano essersi sopite, tra cui Ferrari, Williams e Renault; davanti invece sono sempre le McLaren a giocarsela per il titolo anche se Piquet e de Angelis, rispettivamente su Brabham e Lotus, cercano sempre di interrompere il dominio della casa di Woking. Partito dietro a Mansell e davanti a de Cesaris su Ligier la gara del ventiquattrenne brasiliano sul circuito di Zandvoort ha ancora una volta vita breve, in quanto è costretto al ritiro dopo soli 19 giri e 26 minuti di gara all’attivo per cedimento del propulsore Hart, cosa che non accadeva da inizio campionato e che pareva essersi risolta nel corso della stagione. Nel mondiale piloti è ora undicesimo, sempre con 9 punti, dietro al francese Tambay su Renault.
Quattordicesima gara: Gp d’Italia. Corso come di consueto nel Tempio della Velocità, cioè Monza, non vede la partecipazione di Senna per volere della scuderia. Come mai? Ai vertici della Toleman era arrivata la notizia che il brasiliano aveva appena firmato un contratto con Renault per la stagione successiva e fino al 1987, vanificando di fatto i piani della scuderia che con un suo rinnovo avrebbe goduto di ingenti capitali in vista del nuovo campionato. Ayrton viene sostituito da Stefan Johansson mentre sulla seconda vettura al posto dell’ancora infortunato Ceccotto sale Pierluigi Martini. L’italiano non riesce però a qualificarsi per la gara e non vi prende quindi parte, mentre lo svedese giunge addirittura quarto conquistando tre punti per la scuderia oltreché i primi in carriera per l’ormai ventottenne.
Quindicesima gara: Gp d’Europa. Dopo il burrascoso weekend italiano Ayrton torna a guidare la Toleman sul circuito del Nürburgring, al suo fianco il neoacquisto Johansson che a Monza aveva fatto molto bene. In qualifica è fuori dai migliori dieci, piazzandosi dodicesimo con il tempo di 1’22’’439 (3.5 secondi di ritardo dal miglior tempo fatto registrare ancora una volta da Piquet su Brabham), mentre il suo compagno di squadra ha problemi alla monoposto e con l’altissimo tempo fatto segnare prima dei problemi tecnici viene comunque ammesso in 26a casella. La gara è veramente breve per il brasiliano, ancora una volta colpito dalla malasorte: alla prima curva tampona da dietro Keke Rosberg, autore di una pessima partenza dalla seconda fila, coinvolgendo altri piloti tra cui Marc Surer, Piercarlo Ghinzani e Gerhard Berger. A nulla è valsa una frenata in extremis per evitare il pilota finlandese che di velocità ne aveva meno rispetto a tutti gli altri concorrenti, sorte ha voluto che il brasiliano se lo trovasse davanti proprio in quel momento. Gara breve anche per l’altra Toleman, afflitta da problemi di surriscaldamento e ritirata dopo 17 giri.
Sedicesima gara: Gp del Portogallo. Nell’ultima gara della stagione non solo Senna avrebbe detto addio alla Toleman per passare alla Lotus, ma si sarebbe deciso chi tra Lauda e Prost sarebbe divenuto campione del mondo, con il francese ad inseguire a due punti e mezzo di distanza. In qualifica il più veloce è sempre Piquet, Prost dietro lui in seconda fila, ma in terza posizione troviamo Senna con il tempo di 1’21’’936, poco più di due decimi di distacco dal poleman connazionale. Lauda invece è soltanto undicesimo e deve compiere una vera impresa se vuole avere chance di vincere il terzo iridato. La domenica un bel sole fa da sfondo alle vetture che partono regolarmente, con sorpassi mozzafiato sin dalle prime fasi: Prost si mette dopo pochi giri a dettare legge prendendo la leadership, Ayrton è quarto dopo Piquet e de Angelis, dietro Lauda “vola” con la McLaren. Verso il 38° giro di gara aggancia la Toleman ed ingaggia una lunga battaglia dalla quale esce vincitore a fatica due tornate più tardi: dopo aver sfruttato la scia in uscita di curva passa Senna sul rettilineo ed al brasiliano non rimane che accodarsi, rimanendo così in quarta posizione mentre Prost è ancora davanti inseguito dalla Lotus di Mansell. Al 52° passaggio però il Leone d’Inghilterra commette un errore e finisce in testacoda dicendo addio ai sogni di gloria, mentre ai box segnalano ad Ayrton di spingere la vettura al massimo se vuole salire a podio, poiché da dietro Alboreto con la Ferrari sta girando piuttosto forte. E dopo 70 giri finalmente vede la bandiera a scacchi ed Alboreto dietro di sé, molto vicino nel finale ma incapace di scippargli la terza posizione. Vincitore è Prost che però perde il mondiale in quanto Lauda giunge secondo. E di quanti punti? Mezzo, causa il dimezzamento dei punti nel Gp di Monaco dove, se fosse arrivato secondo proprio dietro Senna, avrebbe agilmente portato a casa il titolo.
Ayrton festeggia così la fine del campionato a bordo della Toleman con il nono piazzamento nella classifica piloti, 13 punti totali, tanti quanti Nigel Mansell. Sale a podio tre volte (un secondo e due terzi) ed è due volte sesto, una volta settimo, ben otto i ritiri escludendo la non qualificazione a San Marino e l’assenza di Monza. Cifre di tutto rispetto per un novizio della Formula Uno, che di fatto lo fecero conoscere al mondo intero, un’immagine che Ayrton seppe sfruttare con abilità per arrivare il prima possibile al suo obiettivo: il titolo mondiale, il sogno tanto agognato, che avrebbe agguantato quattro anni più tardi con la tenacia e la passione che tutti noi riconosciamo in una leggenda come lui. Intanto per la stagione 1985 lo attende la Lotus, una scuderia che sta vivendo un periodo difficile, ma che Ayrton saprà rianimare.
Andrea Villa
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